Dopo mesi di mostre virtuali, virtual tour, web conference per poter continuare a seguire cosa succede nel mondo della cultura, dal 18 gennaio è nuovamente possibile tornare a visitare, con ancora delle limitazioni, i nostri amati musei!
Eh sì perché ormai ne sentivamo proprio la mancanza… nulla può contro la sensazione di perdersi fisicamente nelle sale di un grande museo, di osservare le bellezze nate dal genio creativo dell’uomo e di godersi la tranquillità che solo i luoghi dell’arte regalano.
Già, eppure come dicevo, le possibilità per continuare a frequentare i musei seppure a distanza e comodamente dal divano di casa non mancano. Sicuramente l’emergenza attualmente in corso, che ci impone di limitare il più possibile gli spostamenti ha fatto il suo, ma non trascurate che la trasformazione digitale sia in atto già da un po’, solo che probabilmente non ci abbiamo mai dato particolare peso.
Esempi di musei online
Le prime cose che ci vengono in mente quando pensiamo ad un museo online, sono le mostre virtuali online. Ma non è tutto qua… ! I musei infatti, grazie alla digitalizzazione, si sono organizzati per fornire ai propri clienti un’esperienza quanto più immersiva possibile. Vediamo alcuni esempi:
1. MOSTRE MULTIMEDIALI O MOSTRE ONLINE
Ormai da qualche anno le mostre multimediali si sono ritagliate uno spazio importante nel campo dell’allestimento museale. Tra i vantaggi principali per chi organizza le mostre virtuali c’è sicuramente la riduzione dei costi legata al prestito delle opere. L’obiettivo principale delle digital experience è quello di creare un’esperienza unica e totalmente immersiva dove il visitatore possa interagire direttamente con le opere grazie alle nuove tecnologie. Si tratta di un vero e proprio viaggio multisensoriale attraverso luci, video e suoni.
Qualche anno fa Sadesign si è occupata di realizzare una linea di merchandising proprio per una serie di mostre virtuali dedicate ad artisti di fama mondiale come Klimt, Van Gogh, Monet e da Vinci.
2. MUSEI MULTIMEDIALI
Il Museo del 900 di Mestre è un polo culturale di nuova concezione che ospita al suo interno un museo, spazi espositivi, una mediateca-archivio, aree per le attività didattiche e servizi al pubblico.
M9 nasce soprattutto con l’intento di raccontare la storia del Novecento del nostro Paese e lo fa con un percorso innovativo ed emotivamente coinvolgente, che pone la multimedialità e l’interattività al servizio della narrazione storica. Per fare questo si è dovuto adibire a museo con realtà aumentata e di strumenti adatti a supportarlo come gli occhiali multimediali.
3. EDUTAINMENT
Ma come di preciso la realtà aumentata ha fatto il suo ingresso nel mondo della cultura e più nello specifico in quello museale?
Sicuramente un ruolo fondamentale lo ha avuto in generale lo sviluppo dell’edutainment, ovvero l’apprendimento attraverso forme di intrattenimento come programmi televisivi, film, musica, web e videogiochi. In sostanza si punta su una forma di intrattenimento che concili divertimento ed educazione.
La necessità di sviluppare questi nuovi strumenti è nata per raggiungere nuovi pubblici che non sono attratti dalla fruizione tradizionale ma che preferiscono essere coinvolti diversamente, come gli adolescenti e i ragazzi.
Sì perché se è vero che la didattica con progetti davvero interessanti coinvolge molto le scuole e i bambini, è anche vero che una volta che i ragazzi non vengono fisicamente portati dalle istituzioni nei musei, non ci mettono più piede.
4. GAMIFICATION
I videogiochi, o meglio ancora la gamification, stanno aiutando a colmare questo gap tra determinati pubblici e mondo culturale. Un caso che spiega molto bene questo fenomeno è il videogioco Father and Son, il primo videogame al mondo prodotto da un museo archeologico, il MANN.
Questa tipologia di videogioco ha avuto un successo incredibile e soprattutto ha evidenziato come il videogioco non sia utilizzato solo da chi già ha visitato il museo ma anche da chi ha intenzione di visitarlo in futuro.
Questo strumento è infatti perfetto per attirare nuovi visitatori ed ha un raggio di azione potentissimo visto che è possibile giocarci anche se si è da tutt’altra parte rispetto al museo, facendo nascere una curiosità spontanea nei confronti delle vere opere.
Qui puoi leggere l’articolo che approfondisce questa tematica e ti fornisce anche esempi concreti di musei che hanno abbracciato questo filone!
5. CHAT BOT
Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ha ideato un tour virtuale disponibile su Telegram e Messenger che attraverso la chat accompagna i visitatori all’esterno e all’interno del museo con la possibilità di personalizzare la propria visita e di avere informazioni e contatti utili.
6. GOOGLE ARTS&CULTURE
Google Arts & Culture è un progetto di Google che ha creato un database di immagini in alta risoluzione di opere d’arte esposte in vari musei in tutto il mondo, oltre che una visita virtuale delle gallerie in cui esse sono esposte. La visita virtuale permette di vedere le opere in alta definizione.
7. FIERE VIRTUALI
Di fiere virtuali soprattutto di recente si è sentito parlare spesso soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Molte fiere infatti che non hanno potuto aprire le porte ai propri visitatori sono ricorse alla modalità virtuale che gli ha permesso di riunire venditori e acquirenti in uno scenario immersivo, interamente digitale e fortemente interattivo. Si tratta quindi di un vero e proprio tour virtuale che ricorda quello “tradizionale”.
Un buon esempio di fiera virtuale in ambito museale è quello dell’edizione Rome Museum Exhibition del 2019 che a causa del Covid ha dovuto rivedere la propria organizzazione e creare una piattaforma digitale per riunire in occasione dell’evento annuale tutti i maggiori esponenti e professionisti del mondo culturale.
8. SHOP ONLINE E-COMMERCE
Il Covid ha costretto molti musei a chiudere anche i bookshop, dovendo così rinunciare alla possibilità di guadagnare qualcosa dalla vendita di libri e gadget. Come si sono attrezzati a riguardo? C’è chi ha ben pensato di creare un e-commerce per la vendita online oppure ha sfruttato i social per una campagna di promozione degli articoli.
9. NETFLIX DELLA CULTURA
Probabilmente anche la cultura, per offrire contenuti culturali attraverso nuove modalità, si aprirà al grande schermo. A lanciare l’idea di una “Netflix della cultura italiana” è stato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, durante il primo lockdown e sembrerebbe proprio che il progetto prenderà il via con il nome di ItsArt.
Mostre virtuali, un piccolo strumento da grandi potenziaità
Per concludere credo che le mostre virtuali siano senza dubbio uno strumento potentissimo. Nate infatti dalla necessità di digitalizzare il mondo artistico per mantenerlo vivo agli occhi “distanti” dei suoi visitatori, sembra li abbiano avvicinati ancora di più! I musei online infatti stanno diventando sempre più immersivi, e anche quando l’emergenza sanitaria finirà, non credo potremo più farne a meno.
Se vuoi rimanere aggiornato sui trend del 2021, leggi anche l’articolo sulla cultura sostenibile, altro grande topic dell’anno!
Se invece ti è venuta un’improvvisa voglia di fare dei gadget per il tuo bookshop (come quelli che abbiamo fatto per la Klimt experience) lasciati ispirare dal nostro portfolio! 🙂