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E se ti dicessimo che la plastica è nata proprio per proteggere la natura, più precisamente gli elefanti?

Incredibile ma vero: le origini di questo materiale che crea danni incalcolabili al pianeta risiedono proprio nel desiderio di proteggerlo…

NASCITA DELLA PLASTICA: quando le buone intenzioni non bastano

Tutto ebbe inizio con un gioco: il biliardo.

Intorno al 1860, infatti, il gioco del biliardo appassionava migliaia di persone. Ma c’era un problema: all’epoca le palle da biliardo venivano realizzate in avorio, un materiale tanto pregiato quanto costoso, che veniva ricavato dalle zanne di elefante.
Da una singola zanna si ottenevano 4 o 5 palle: considerato che per ogni partita ne servivano 16, questo voleva dire uccidere almeno due elefanti alla volta. 
Per questo nacque l’esigenza di trovare una soluzione più sostenibile… (anche se poi la storia ci ha insegnato ben altro).

La svolta arrivò nel 1863 quando la ditta Phelan & Collender, fabbricante di palle da biliardo di New York, bandì un concorso per trovare materiali in grado di sostituire l’avorio. 
Il premio in palio era davvero allettante: ben 10.000 dollari!

Fu il chimico statunitense, John Wesley Hyatt, a cogliere la “palla” al balzo: sei anni dopo, nel 1869, brevettò la celluloide, di fatto la “nonna” della plastica moderna. Questo composto di canfora, azoto e cellulosa riscontrò subito un successo clamoroso per via della sua straordinaria infrangibilità. L’unica pecca? L’alta infiammabilità e il suo essere potenzialmente esplosiva se compressa. I colpi prodotti durante il gioco nelle sale da biliardo somigliavano così tanto a colpi di pistola da spaventare la clientela che finiva con il cercare riparo sotto i tavoli.

Inutile dire che questa “particolare” caratteristica ne limitò fortemente l’impiego (sebbene nel frattempo avesse rivoluzionato diversi settori: primo fra tutti quello della fotografia e del cinema). 

Così si cercarono nuove materie plastiche meno infiammabili con cui sostituirla.

palle da biliardo colorate, storia di come è nata la plastica - blog di Sadesign

LA CORSA AL “NUOVO ORO”: LA PLASTICA

L’invenzione della celluloide diede il via ad una vera e propria evoluzione tecnologica. I primi decenni del ‘900 infatti diedero alla luce materiali che fanno ormai parte della nostra quotidianità: plexiglass, PVC, poliuretano, nylon e polietilene tereftalato (PET). 

Gli Anni ’40-’60 segnarono il passaggio verso la cosiddetta “Era della Plastica”: questo materiale divenne così un elemento cardine della vita quotidiana e una preziosa risorsa nel campo di moda, design e arte. Fu un prezioso contribuito nella creazione dello stile di vita moderno.

Ma la plastica non ha portato solo innovazione, lo sappiamo bene. Il suo svariato utilizzo infatti sta  causando immensi danni all’ambiente. Questo ha creato nel tempo una importante connessione tra la parola plastica e la parola riciclo

foto di plastica dispersa nel mare dannosa per i pesci e per l'ambiente - blog di Sadesign

“RICICLARE”: LA NUOVA PAROLA D’ORDINE

È incredibile pensare che un materiale nato con un così nobile intento costituisca ora una delle principali minacce ambientali.

La plastica è sicuramente un materiale rivoluzionario, ma purtroppo ha un enorme difetto: non è biodegradabile. La sua dispersione è altamente dannosa per l’ambiente, basta pensare che per smaltire una bottiglia in PET sono necessari circa 200 anni.

Dalle nanoplastiche ai macrorifiuti, la plastica è ovunque e inquina oceani, fiumi, laghi, città…

Per questo motivo è fondamentale parlare di “riciclo”: per combattere l’inquinamento e preservare l’ambiente. Questo non solo ci permette di evitare dispersioni dannose, ma ci permette anche di non produrne di nuova, ottenendo così un risparmio economico in termini di materie prime.  

Le iniziative a sostegno sono sempre più numerose. Una alla quale siamo particolarmente affezionati ad esempio è quella promossa da Ocean Bottle : con l’acquisto di una sola Ocean Bottle si raccolgono dal mare ben 11.4 kg di plastica

Questo è solo uno dei numerosi progetti che esistono per la tutela dell’ambiente.

Negli ultimi anni si sta cercando inoltre di eliminare gradualmente l’utilizzo di oggetti “usa e getta” in plastica anche tramite l’utilizzo di materiali alternativi, qualche volta davvero bizzarri…

foto di materiali riciclati sostenibili per salvaguardare il pianeta - blog di Sadesign

“SOSTITUIRE”: LA RICERCA DI NUOVI MATERIALI

I materiali sono tantissimi, e ve ne parliamo spesso (scopri alcune alternative alla plastica qui). Si va dai più classici, come bamboo, fibra di grano, cotone organico e sughero, a materiali più originali, come conchiglie riciclate e fondi di caffè (scoprili qui).

La caccia a nuove alternative etiche e sostenibili è una sfida continua. É necessario imparare dal passato e non farci abbagliare dall’idea di trovare una soluzione legata solamente all’oggi. 

Dobbiamo avere un’ottica lungimirante: le nuove risorse non devono diventare un problema ancora più grande in futuro.

Quello che ci deve insegnare questa vicenda è proprio questo: qualche volta non bastano le buone intenzioni. Sono necessari studi meticolosi ed attente valutazioni. Ma più di tutto la differenza la fa sempre… l’uomo, con le sue azioni.