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Questa sera alle 20.45 presso il Teatro della Pergola in centro a Firenze andrà in scena l’ultima rappresentazione della “Vita di Galileo” secondo il testo originale di Bertold Brecht del 1947, opera unica che impiegherà ben 26 attori che interpreteranno più di 80 personaggi. Il tutto con l’accompagnamento di tre musicisti della Scuola di Musica di Fiesole con le musiche originali di Hanns Eisler.

Gabriele Lavia, attore e regista dell’opera, affronta per la prima volta dopo “Sei personaggi in cerca d’autore” questo dramma che mira ad indagare i rapporti tra scienza e morale, scienza e collettività. La produzione è della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale.

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Copyright © foto Teatro della Pergola

Trama

L’opera si apre a Padova nel 1609, dove Galileo tiene la cattedra di matematica dal 1592. Lo scienziato viene in contatto con il cannocchiale, inventato in Olanda l’anno prima, e lo perfeziona per usarlo nelle sue osservazioni astronomiche. È grazie a questo strumento che giunge alla sua prima grande scoperta, l’esistenza dei quattro satelliti di Giove. Non tutto ciò che si trova in cielo, quindi, ruota intorno alla Terra. Si tratta della prima prova che può mettere in crisi il sistema tolemaico, secondo cui il Sole e gli altri pianeti ruotano attorno alla Terra, centro immobile di tutto l’universo. Galileo si sente pronto a difendere pubblicamente la teoria eliocentrica di Copernico. Per quelle sue sconvolgenti osservazioni celesti che aprivano, come noi oggi sappiamo, l’epoca moderna, viene accusato di eresia sotto il pontificato di Urbano VIII. Si costringe così lo scienziato ad abiurare e a restar prigioniero, in seguito, tra i muri d’una villa di Arcetri.

L’opera

«Vita di Galileo» è un’opera a cui Brecht ha lavorato, con ritocchi e rimaneggiamenti, per oltre vent’anni. La prima versione risale al novembre del 1938, durante l’esilio in Danimarca. Galileo, il fondatore della nuova fisica, è visto come un eroe che abilmente sceglie di capitolare di fronte al potere per continuare la sua ricerca scientifica. Gli studi sulla fissione dell’atomo prima, e la costruzione della bomba atomica poi, portano a una trasformazione del testo: Galileo diventa un antieroe e la sua abiura l’atto con cui è stato messo drammaticamente in discussione il rapporto tra scienza e società. L’opera così rivista viene rappresentata nel luglio del 1947 al Coronet Theater di Beverly Hills a Los Angeles, con Charles Laughton nei panni di Galileo e la regia di Joseph Losey. Per il debutto del 1955 del Berliner Ensemble, la compagnia fondata da Brecht, il dramma subisce ulteriori variazioni. In questa forma, che per Brecht, morto durante le prove, ancora non era definitiva, «Vita di Galileo» arriva nel 1963 al Piccolo di Milano, con la regia di Giorgio Strehler e Tino Buazzelli nel ruolo di Galileo.

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Copyright © foto Teatro della Pergola

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