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La rivoluzione nel campo culturale è partita da poco ma già si vedono i primi risultati: niente biglietti gratuiti per gli over 65apertura del museo fino alle 22 di venerdì e l’ingresso libero la prima domenica del mese hanno già portato nelle casse dello stato 3,5 milioni in più con un aumento costante dei visitatori che sono passati dai 9 milioni e 300 mila ai 10 milioni nel giro di 3 mesi.

Il ministro Franceschini si sta infatti impegnando a fondo per rendere più trasparente e più fruibile la cultura in Italia, con una gestione più efficiente, meno macchinosa e con uno sguardo verso l’innovazione sia del museo che dei servizi offerti. “Il nostro sistema museale – ha dichiarato – è in grave ritardo. Dovremo anche investire in sinergie per gestire e coordinare musei e poli museali dello Stato con altri regionali, comunali e anche privati. Oggi non abbiamo un dato preciso. Sono convinto che camminiamo sulle pepite d’oro, i nostri immensi tesori di cultura, ma non abbiamo ancora un sistema adeguato per valorizzarli. Si tratta di trasformare la nostra straordinaria di identità in sviluppo“.

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Il ministro Franceschini

I primi passi sono già stati fatti ma la strada è ancora lunga. Il prossimo step sarà quello di aprire un servizio di biglietteria unico nazionale, dove gli utenti possano fare prenotazioni o comprare i biglietti online per ogni pinacoteca, monumento o area archeologica del Paese; poi si penserà alla ridefinizione dei servizi museali aggiuntivi, ossia tutti quelli che all’interno del museo rendono più piacevole la visita e che aiutano il visitatore a ricordarsela nel tempo. In questa categoria rientrano i bookshops, i laboratori, le visite guidate, i bar e la definizione degli spazi per le mostre ed eventi.

E da questo punto di vista siamo molto, molto arretrati rispetto ai musei all’estero. Basta pensare che solo il 29% dei musei statali ed l 24% di quelli non statali prevedono dei servizi aggiuntivi che guadagnano da soli ben 380 milioni di euro annui. E questa è sicuramente una grandissima perdita ed un’opportunità mancata per gli incassi..si stima infatti, che solo il Met di New York incassa da bookshop, ristorante e gadgets venduti più di 72 milioni di euro all’anno.

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Lo store del Bookshop del Met di New York.

Questo è un settore con delle enormi potenzialità sia dal punto di vista dell’attenzione al visitatore, che troverà il museo più completo ed accogliente che dell’innovazione: gadget più creativi, sviluppo di tecnologie all’avanguardia o di applicazioni futuristiche e interattive. Un tesoro nascosto che lo Stato non è stato ancora in grado di trasformare in guadagno, ma sul quale Franceschini sta iniziando ad investire. 

Ma prendiamo un caso reale per approfondire l’argomento: Santa Maria Capua Vetere è un’area archeologica con un anfiteatro romano che ha dato in gestione ad una società privata i servizi museali aggiuntivi come la biglietteria, il bookshop, l’animazione per bambini ed un ristorante con prodotti biologici a km 0. Questo ha portato i visitatori dai 27 mila del 2012 ai 42 mila del 2014.

Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con le nuove riforme del ministro oppure secondo voi l’arte non deve essere soggetta a queste logiche del mercato?

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