In Sadesign ci occupiamo di merchandising da oltre 30 anni e questa è una delle cose che siamo sicuri di aver imparato: la maggior parte delle persone non ha ben chiaro il significato di merchandising.
Se stai leggendo, probabilmente anche tu hai bisogno di toglierti qualche dubbio. Beh, sei nel posto giusto o sarebbe meglio dire, sul giusto URL! In questo articolo cerchiamo di spiegare che cos’è il merchandising, in modo davvero molto semplice e usando esempi concreti. La prima cosa da chiarire per capire il significato di merchandising è che questa parola si riferisce a due concetti diversi e quindi può avere due diverse definizioni.
Definizione di Merchandising: trademark o visual
La confusione più grande sulla definizione di merchandising sta tutta qui: ce ne sono due. Due significati della stessa parola, di cui uno molto più conosciuto dell’altro.
Per distinguerli chiamiamoli così:
- Trademark merchandising
- Visual merchandising (il più conosciuto)
Il primo concetto di merchandising si riferisce ad un contratto che permette di usare a scopo commerciale un brand (trademark = marca) per vendere prodotti che non hanno niente a che fare con il settore in cui il brand opera.
La seconda definizione di merchandising invece è quella che ha a che fare con la disposizione della merce e più in generale con l’organizzazione del punto vendita.
Trademark merchandising significato
Hai presente le magliette dell’Hard Rock Cafè che per un periodo sono andate tanto di moda? Il famoso logo appartiene ad una catena di ristoranti e non ha nulla a che fare con il settore dell’abbigliamento.
Eppure il marchio è stato stampato su magliette, felpe e cappellini che sono letteralmente andati a ruba. Questo è un esempio del primo tipo: il trademark merchandising.
La definizione che riporta Wikipedia è questa qui:
Nell’ambito del marketing, la prima definizione di merchandising è la pratica di utilizzare un marchio o l’immagine di un prodotto noto per venderne un altro.
Un altro esempio eclatante di merchandising in questo senso è Disney, che ha concesso di usare il suo marchio per una linea di merchandising così vasta da poter aprire dei negozi interamente dedicati alla vendita dei gadget Disney: abbigliamento, giochi, pupazzi e tantissimi altri prodotti.
Ora che hai capito che merchandising è la parola che definisce un fenomeno che hai sotto gli occhi continuamente ti saranno venuti in mente molti altri prodotti con il marchio di aziende famose. E se ti dico:
- Coca Cola
- Starbucks
- La casa di carta
- Guerre stellari
- Metallica
- I Simpson
- Einstein (anche i personaggi famosi diventano brand)
Nessuno di questi marchi fa abbigliamento giusto? Eppure probabilmente hai visto una maglietta o altri gadget per ognuno di questi brand e di centinaia di altri.
Ma, oltre al guadagno della vendita, cosa spinge le grandi aziende a far mettere il proprio logo su cose fatte da altri? Il motivo è questo: il merchandising è uno strumento molto potente di fidelizzazione, chi acquista questi prodotti diventa automaticamente un ambasciatore del brand.
Indossare una maglietta con un marchio equivale a dire apertamente che si apprezza quel marchio. E dato che l’approvazione sociale incide sempre di più sul successo di un’azienda, ecco che il merchandising può diventare un grandissimo punto di forza.
Visual merchandising definizione
Il secondo tipo di merchandising, quello definito visual, ha come obiettivo quello di migliorare l’esperienza in store del cliente, attraverso l’organizzazione degli spazi e la disposizione della merce.
Esistono tutta una serie di regole che chi si occupa di visual merchandising conosce e mette in pratica, che provengono dalla psicologia della comunicazione visuale.
Facciamo anche qui un paio di esempi:
- Quando entri in una stazione di servizio in autostrada, che percorso devi fare per arrivare all’uscita? Normalmente gli scaffali sono disposti in modo da creare un’unica possibilità di percorso da seguire. Lo stesso vale per molti gadget-store alla fine delle attrazioni turistiche e per i bookshop dei musei. Questa è una strategia di visual merchandising e serve a fare in modo che l’utente veda tutti i prodotti del negozio prima di andarsene.
- Un altro esempio che si usa spesso nel visual merchandising è la disposizione dei prodotti nei supermercati, che non è mai lasciata al caso. Ti sfido a trovare un supermercato che non abbia gli scaffali di dolcetti e leccornie vicino alle casse. Perché sono proprio lì? Perché il consumatore, dopo esserci concentrato e districato fra i carrelli per fare una spesa intelligente, sente di meritare un premio quando arriva alla cassa. Ed ecco pronti cioccolatini e caramelle, che in confezioni singole e monouso non convengono per niente ma sono acquistati comunque di continuo.
In un negozio tutti gli elementi presenti influiscono sulla propensione del cliente ad acquistare: la disposizione degli scaffali, le luci, i colori, il tipo di arredamento, la segnaletica, l’abbigliamento dei commessi, l’ordine con cui sono esposti i prodotti.
Il bookshop: esempio perfetto
I bookshop sono quei negozi di gadget personalizzati, di solito con raffigurazioni delle opere esposte, che si trovano nei musei e nei luoghi d’arte. Sono un esempio perfetto di merchandising perché lo utilizzano in entrambi i significati.
I musei stringono un accordo di merchandising con chi ha il diritto delle opere per personalizzare e vendere gli articoli: tazze, agende, matite, spille, magneti sono i più frequenti.
In luoghi come questi è davvero importante pensare a come disporre i vari gadget e a come guidare il percorso del visitatore per invogliarlo ad acquistare un ricordo della sua esperienza. Ecco perché nei bookshop in particolare si bada al visual merchandising.
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Se invece desideri approfondire l’argomento puoi consultare anche il nostro articolo sulla Brand Extension. Buona lettura!