Uno studio della Rockefeller University di New York ha dimostrato che le persone possono ricordare il 35% di quanto annusano, rispetto al 15% di quello che gustano, solamente il 5% di ciò che vedono, il 2% di ciò che sentono e l’1% di quello che toccano.
La memoria umana inoltre, può ricordare 10.000 odori ma solamente 200 colori diversi, secondo Richard Axel e Linda Buck, vincitori del Premio Nobel per la medicina nel 2004. Esso ha un notevole potere evocativo di ricordi; infatti, è quello più connesso al ricordo emotivo.
Come utilizzare queste preziosissime informazioni nel marketing?
Da pochissimi anni è nato e si sta sempre più sviluppando il Marketing olfattivo, una speciale branca del marketing sensoriale che studia l’enorme potenzialità del profumo in funzione ad un aumento delle vendite.
Il potere del profumo infatti, è altissimo: una particolare fragranza può ad esempio, agire positivamente sul morale, influenzando l’esperienza d’acquisto in modo sostanziale. Il profumo agisce infatti, direttamente sul sistema limbico che controlla le emozioni, il comportamento ed il morale.
E’ stato dimostrato ad esempio, in uno studio condotto dall’Università di Paderborn, che il profumo di limone in una stanza è in grado di influenzare le vendite di ben il 14,8% rispetto ai soggetti in una stanza senza alcun profumo. Inoltre, le stesse persone sono molto più inclini al dialogo (per ben il 18,8 %), rimanevano nella stanza per un tempo medio superiore del 15,9% e rispondevano all’impulso di toccare i prodotti per il 14,8% in più.
In un altro test, un gruppo di 45 soggetti ha esaminato e valutato una scarpa sportiva da un medesimo paio in due stanze separate ma identiche. In una delle stanze era stato diffuso un leggero profumo di fiori. I risultati sono stati molto chiari: l’84% degli intervistati ha affermato di preferire la scarpa nella stanza profumata rispetto a quella nella stanza senza aromi.
E vi sono molti altri studi al riguardo che riescono ad utilizzare i profumi sia come mezzo di comunicazione, che di emozione e ricordo. Si parla della creazione di un ricordo basato su un’emozione – che è il più indelebile di tutti.
Il Marketing Olfattivo si basa sullo sviluppo e impiego di particolari profumi in associazione mentale ad emozioni positive che possano ricondurre all’azione d’acquisto. Vi sono anche molte aziende che hanno sviluppato una particolare fragranza associata al proprio brand che sarà in grado di coinvolgere ed emozionare i loro clienti, fidelizzandoli a medio/lungo termine.
Ma non è tutto oro quello che luccica. E’ bene osservare che il marketing olfattivo è molto diverso dall’avere una “buona” profumazione ambientale. Il primo si occupa di abbinare perfettamente specifiche fragranze al prodotto proposto, il secondo si limita solamente ad avere una “buona” profumazione ambientale.
Per capire meglio vi faccio un esempio:
In un altro esperimento in un supermercato è stata diffusa la fragranza “Biscotto” in concomitanza con la corsia “Prodotti per la colazione”. Secondo gli sperimentatori questa avrebbe dovuto portare ad un aumento consistente delle vendite. Invece non è stato così. Nel periodo di prova le vendita sono calate.
Come mai?
Lo stesso esperimento in uguali condizioni è stato effettuato utilizzando la fragranza “Pan di Spezie”. In questo particolare caso, anche se il profumo non è direttamente collegato – nel nostro immaginario – ai prodotti per la colazione, ma le vendite hanno registrato un notevole aumento.
Cosa cambia?
Nel primo caso il consumatore percepiva il profumo come non idoneo con il prodotto, nel secondo caso invece, questo lo era perfettamente.
Per questo le potenzialità del marketing sensoriale e del marketing olfattivo sono ancora inespresse. Questo soprattutto in Italia mentre in Giappone e negli Stati Uniti sono molte le aziende che hanno deciso di inserirlo nella propria strategia comunicativa. Basta pensare a brand del calibro di Starbucks o Abercrombie che hanno fatto degli odori un punto fondamentale del loro marketing.
Quindi, riassumendo il Marketing olfattivo porta: