Nel 2013 i primi 100 musei del mondo hanno totalizzato 173,8 milioni di ingressi (166 milioni nel 2012), i primi 100 italiani 23,8 milioni (25,5 nel 2012). Perché gli altri crescono e gli italiani no? Perché hanno così tanti visitatori in più? Ma non è l’Italia il Paese dell’arte?
L’Italia arriva soltanto al diciannovesimo posto nella classifica stilata ogni anno da the Art Newspaper con la Galleria degli Uffizi di Firenze con 1,7 milioni di presenze, seguita poi da Palazzo Ducale a Venezia con 1,4 e via via molti altri musei, pinacoteche, palazzi e mostre d’arte. A questo si aggiungono anche i dati delle numerose mostre d’arte che si organizzano su tutto il territorio nazionale ogni anno tra cui Picasso a Milano con oltre 430.000 accessi, Vermeer a Roma con più di 220.000 visitatori. Ma cosa hanno in comune questi luoghi di cultura?
Il Bookshop, o gift-shop, il luogo dove finisce ogni visitatore al termine della mostra.
Tutti i prodotti presenti in questa zona, rappresentano non solo un nuovo canale di commercializzazione, ma anche una concreta opportunità per i produttori e distributori di oggettistica promozionale.
In questo contesto, dove prevalgono i valori culturali legati al museo ed identificativi della città, l’oggettistica assume caratteristiche di pregio (per il design, i materiali, gli aspetti estetici e funzionali) che ribaltano la semplicistica definizione di gadget. Ogni oggetto presente in questa zona infatti, punta al salto di qualità, a dieci anni dall’entrate in vigore della legge Ronchey.
Se fino a 10 anni fa il visitatore si aspettava di trovare solamente delle tazze personalizzate, degli adesivi, alcuni libri e delle cartoline riguardanti la mostra mentre le sue aspettative sono molto più alte. La sua attenzione si focalizza su prodotti culturali ed oggetti di design sganciati da una mera connotazione di gadget.
Anche perché questi luoghi all’interno di musei e gallerie, oltre a fatturare circa 80 milioni di euro annui hanno una funzione molto importante, ossia quella di supportare la diffusione del patrimonio artistico del museo, aumentandone potenzialmente la visita e l’apprendimento grazie a cataloghi e giochi per bambini. Ma non è tutto così semplice: per raggiungere questo obiettivo i Bookshop devono essere gestiti in modo da esaltare la funzione educativa, selezionando attentamente l’offerta. Mai più solo gadget inutili e già visti, ma ora si punta a stupire e attirare l’attenzione con oggetti insoliti, da esporre orgogliosamente nelle proprie case, sui desktop della scrivania o addirittura da indossare.
Ecco alcuni esempi di nuovi oggetti Sadesign che puoi trovare nei Bookshop museali con i quali collaboriamo:
Se anche tu sei alla ricerca di gadget originali e creativi per il tuo Bookshop, dai un’occhiata al nostro sito, oppure contattaci. Da anni abbiamo il piacere di collaborare con molte realtà ed enti cultuali in Italia e all’estero. Scopri cosa abbiamo realizzato.
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