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Si può parlare oggi di arte sostenibile? Sicuramente il concetto di sostenibilità è sempre più presente nelle nostre vite. La possiamo riconoscere in forme diverse: nella casa dove viviamo, negli ambienti che frequentiamo giornalmente, sui mezzi che utilizziamo per spostarci, fino a quello che mangiamo.

Ma come ha reagito il mondo dell’arte a questa ondata eco-friendly? Dal punto di vista artistico la natura è sempre stata uno dei temi di maggiore ispirazione per l’uomo, interessando tutta la storia dell’arte: dai primi segni rupestri dei nostri antenati, durante il Rinascimento, il Barocco, il Romanticismo, l’Impressionismo e l’Espressionismo fino ad approdare ai giorni nostri.

Negli anni ’60 si fece strada un movimento, chiamato Land Art, che fu il vero precursore dell’arte sostenibile che conosciamo oggi. La Land art infatti considerava il rapporto tra artista e natura in una maniera del tutto nuova: l’azione trasformatrice dell’uomo sul paesaggio restituiva una creazione artistica.

Nello stesso periodo in Italia nasceva il movimento dell’arte povera caratterizzato dall’uso di materiali “poveri” facilmente reperibili, come la terra, le pietre, le piante. Queste opere avevano la loro origine nel rifiuto del lato commerciale dell’arte, perché l’interesse dell’artista era rivolto al deterioramento dei materiali che seguono il naturale ciclo del tempo.

Ma cosa si intende di preciso con arte ecologica? In che altro modo arte e sostenibilità si sono unite? E che tipo di misure specifiche sono state adottate dalle istituzioni culturali per essere più ecologiche? Cerchiamo di rispondere insieme a queste domande.

ARTE ECOLOGICA

Il concetto di arte ecologica o arte sostenibile può essere definito in modi diversi. Per esempio alcuni artisti identificano l’arte ecologica con opere d’arte che affrontano o criticano le questioni ambientali. Altri invece, i cosiddetti eco-artisti, si fanno portavoce della sostenibilità in quanto utilizzano per la creazione delle loro opere materiali riciclati.

In ogni caso l’arte ecologica cerca di preservare o rimediare le forme di vita, le risorse e l’ecologia della Terra e si distingue dalla Land art perché interviene con opere di restauro, nonché interventi socialmente impegnati, attivisti e basati sulla comunità.

Un’altra variante dell’arte ecologica è l’Upcycling, cioè l’arte che prende forma utilizzando materiali precedentemente ritenuti inutilizzabili, indesiderati o rotti. Questo movimento ha preso piede soprattutto negli ultimi anni, in parallelo al crescente problema della plastica nel mondo.

MAXXI: UN MUSEO CHE PUNTA ALLA SOSTENIBILITÀ

Come può un palazzo storico o un edificio firmato da un grande architetto fare la sua parte nella salvaguardia dell’ambiente? È la sfida raccolta dal MAXXI di Roma.

La volontà del museo è quella di dotarsi di un pannello fotovoltaico che gli permetta un maggiore risparmio energetico. Avrà la forma di un guscio sottilissimo, dello spessore massimo di un centimetro, che seguirà l’andamento delle travature principali del tetto copiandone andamento e colori, invisibile come un camaleonte. 

GREEN INFLUENCER: I PORTAVOCE DELL’ARTE SOSTENIBILE

Negli ultimi anni sono sempre di più i green influencer, ovvero coloro che attraverso i social si dedicano a tematiche legate all’ambiente e della sostenibilità. In modo particolare i temi che più hanno a cuore sono il risparmio energetico, il riutilizzo e il riciclo. 

Anche le istituzioni culturali si stanno muovendo in questo senso, per cercare di contribuire a loro modo alla salvaguardia dell’ambiente. 

Un caso è quello della Reggia di Venaria di Torino che nel 2020 ha lanciato il progetto GREEN. Questo nuovo piano ha previsto un rinnovamento in chiave ecologica della comunicazione visiva del luogo, della campagna istituzionale e della proposta culturale dell’anno. L’obiettivo è quello di raccontare meglio l’unione di paesaggio e architettura barocca nonché di natura e sostenibilità. 

LA SOSTENIBILITÀ PASSA PER IL MERCHANDISING

Non solo la Reggia di Venaria propone ai propri visitatori percorsi fra arte, storia e natura, orientati alla sostenibilità e alla valorizzazione del rapporto fra l’Uomo e l’ambiente ma si tratta anche di scelte gestionali e tecnologiche concrete, come quelle che collocano la Reggia di Venaria ai primi posti della classifica italiana dei beni culturali per la sensibilità verso le problematiche ambientali e tra i più efficienti sotto l’aspetto energetico.

Il progetto ha anche interessato una nuova linea di merchandising ecologica valorizzata da grafiche che vedono fondersi il simbolo più noto della Reggia, la scacchiera a nove rombi ispirata alla pavimentazione della Galleria Grande, con segni di ispirazione vegetale riconoscibili nei glifi storici del Bodoni.

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