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Durante la Museum Connections 2017 (per approfondire leggi il post dedicato>) abbiamo avuto il piacere di incontrare e conoscere Laura Wright, la CEO di Tate Tate Enterprises, la compagnia che si occupa della gestione delle gallerie Tate che comprende il Tate museum di Londra, Liverpool e di St.Ives.

Gli interventi sono stati davvero, davvero interessanti. Laura gestisce infatti molti degli shop museali di queste importanti gallerie. In passato si è occupata ad esempio del merchandising di importanti mostre quali quella di Matisse/Picasso, Damien Hirst, Klimt e Turner, Whistler e Monet. 

Ed ecco cosa Laura Wright consiglia a tutti i gestori degli shop museali:

·         Vendere tanti oggetti promozionali differenti – nel bookshop del Tate si spazia ad esempio dai fagioli in scatola ai gioielli, anche molto costosi. Ecco, di seguito, alcuni gadget che puoi trovare nel bookshop. 

·         Non vendere più poster, cartoline e materiale cartaceo. Bisogna prestare molta attenzione all’innovazione. Le persone infatti, non cercano più questo tipo di oggetti all’interno di uno shop ma sono molto più inclini all’acquisto di immagini digitali in sessioni apposite. Ovviamente in alta risoluzione, da stampare ed utilizzare liberamente.

·         Creare una sezione “LIMITED EDITION” dove studiare una linea di articoli creata ad hoc. Questo sfrutta il meccanismo psicologico dell’”urgenza” che porta il cliente ad acquistare perché – poi non ci sarà più. Ad esempio, per ARTE.it abbiamo creato uno versione limited edition in soli 100 pezzi. Ecco alcuni pezzi esclusivi della collezione creata ad hoc per la mostra di Max Papeschi (scopri di più>)

·         Dare molta importanza allo spazio e alla disposizione degli oggetti al suo interno. Ad esempio le “LIMITED EDITION” e/o il merchandising ufficiale di una mostra temporanea andrebbe sottolineato con una particolare disposizione dello spazio. Si può ad esempio utilizzare delle luci particolari, o una particolare disposizione degli scaffali che invita all’acquisto. Tutti gli articoli personalizzati di questa sezione, oltre a dover apparire unici devono sembrare selezionati ad hoc e sottolineati per dare loro la giusta importanza.

Attenzione a non dare troppo importanza ai mobili! Sono solamente di contorno – il ruolo centrale e l’attenzione deve essere unicamente sugli articoli promozionali esposti. Le linee degli scaffali è quindi meglio che siano molto pulite, con colori non troppo vivaci. L’ambiente deve rimanere il più semplice possibile.

Tutti gli shop museali degli Tate sono attentamente studiati con linee molto pulito. Al loro interno vi è anche molto spazio vuoto, in modo da sottolineare i gadget nel modo migliore, non diventando troppo confusi all’occhio del visitatore. Inoltre, il bookshop viene concepito e vissuto come un “Design shop” – ossia un luogo dove osservare e poter acquistare tutti quegli oggetti di design impossibili da trovare da qualsiasi altra parte. Lo shop museale deve SEMPRE avere l’esclusiva degli articoli, come la proprietà del merchandising ufficiale della mostra organizzata o dell’evento ospitato.  

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Tate Museum shop

·         Prevedere SEMPRE un angolo di gadget per bambini all’interno dello shop museale. Questi articoli promozionali infatti sono un’ottima fonte di guadagno per il museo. Non c’è genitore che riesce ad uscire indenne da uno shop che propone degli articoli interattivi, inusuali, interessanti per i propri figli.

·         Avere un ONLINE SHOP: al giorno d’oggi è indispensabile perché permette di raggiungere tutti i target spendendo relativamente poco. In questo modo il museo, oltre ad aumentare esponenzialmente le vendite degli articoli, può anche creare e diffondere la propria impronta nel mondo digitale.

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Lo shop online del Tate museum

·         Stringere partnership con altri brand interessanti. Al Louvre ad esempio si è creata un’importante ed interessantissima intesa con LEGO che ha creato per il museo un piccolo modellino costituito dai famosissimi mattoncini. In poco tempo è diventato il gadget promozionale più venduto dello shop museale. Questo ovviamente deve essere venduto in esclusiva nello shop museale.

 

Cosa ne pensate? Avete altri consigli che secondo voi sono fondamentali per la gestione del vostro bookshop? Vogliamo sentire la vostra opinione 🙂

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