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Già nell’articolo del blog sulle mostre virtuali abbiamo avuto modo di accennare qualcosa sull’incontro tra arte e videogiochi nell’ambito delle mostre virtuali. Infatti i videogame sono già da un po’ di tempo strumenti che l’innovazione tecnologica e la rivoluzione digitale hanno portato con sé anche nel mondo della cultura.

Con il termine gamification si identifica l’utilizzo di elementi di game design in contesti diversi dal gioco per raggiungere determinati obiettivi. È spontaneo quindi chiedersi come collegare arte e gaming.

Gaming e arte: una nuova corrente

gameboy con dito e giochi da scegliere tra cui tetris come esempio di arte e videogiochi

Parlare di gaming e arte non è poi così strano, se consideriamo che non poco tempo fa è stata venduta all’asta un‘opera d’arte digitale per 69 milioni di dollari. Proprio per questo motivo non vedo perché anche un videogioco non possa essere definito opera d’arte. In fin dei conti proprio come altre forme artistiche il videogioco se creato con l’obiettivo di trasmettere un messaggio specifico può arrivare a livelli di coinvolgimento del pubblico inimmaginabili.

E in effetti proprio come opere d’arte anche i videogiochi vengono esposti nei musei. Dal 2013 per esempio il Moma di New York espone una serie di videogiochi che hanno fatto la storia, come Pac-man, Tetris oppure ancora The Sims.

Non solo in America ma anche in Italia, a Roma, il videogioco è diventato patrimonio storico-artistico grazie all’apertura di un museo interamente dedicato al gaming. L’obiettivo principale di questo museo è quello di preservare, ricercare e divulgare beni materiali e contenuti digitali legati al mondo dei videogames. 

Videogiochi e arte: nuove strategie museali

consolle nintendo con alle spalle un quadro come esempio di arte e videogiochi

Ma dall’incontro di videogiochi e arte non nascono soltanto opere da esporre in museo. Infatti quando parliamo di arte e videogiochi, ci riferiamo strumenti strategici importanti per i musei che sapranno cogliere le nuove opportunità che la rivoluzione tecnologica gli mette a disposizione.

É necessario partire dal presupposto che il pubblico di oggi ha bisogni culturali diversi dal pubblico del passato. Alcuni fattori che hanno contribuito a questo cambiamento possono dipendere da una maggiore disponibilità di tempo libero, da gradi di istruzione superiori e maggiore disponibilità economica.

Oltre a ciò le forme di intrattenimento tra le quali scegliere per svagarsi nel tempo libero sono molte e sempre di più. È proprio per questo che i musei devono abbracciare le novità e rispondere oltre al bisogno culturale, educativo e informativo del visitatore anche a quello emozionale.

Arte e videogame: come i videogiochi valorizzano la tua proposta museale

ragazza con visore davanti a un pc che guarda in alto

Ma scendiamo nel concreto: come può il mondo dell’arte e videogame dare un valore aggiunto alla tua proposta museale? Qui alcuni spunti sul valore dei videogiochi nel contesto artistico:

  • Contribuiscono ad attirare fasce di pubblico più giovane, che solitamente non frequentano i musei perché percepiti come “luoghi di erudizione ed elitari”;
  • superano le distanze ed arrivano ai tuoi visitatori più lontani anche se si trovano dall’altra parte del mondo;
  • educano il tuo pubblico in una fase precedente la visita e lo incuriosiscono e gli faranno apprezzare di più la visita in museo;
  • coinvolgono i tuoi visitatori a tal punto da renderli i veri protagonisti delle avventure che gli saprai proporre;
  • sono un mezzo di comunicazione efficace e rendono più accessibile il tuo museo.

Arte e videogiochi: alcuni casi

consolle videogiochi vintage con luce viola

Soprattutto recentemente alcuni musei si sono impegnati nella creazione di videogame per dare voce al fenomeno: arte e videogiochi. L’hanno fatto per dare voce alle proprie collezioni e descrivere il territorio che li circonda attraverso incredibili storie ed avventure. Vediamoli insieme!

FATHER AND SON

pompei, sede archeologica set di Father and son, un gioco che unisce arte e videogiochi

Uno dei casi più esemplari di come un videogioco possa cambiare la percezione che il pubblico ha di un museo, è Father and Son. É il primo videogame al mondo prodotto nel 2017 da un museo archeologico, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Il videogioco segue la storia di Michael, giunto a Napoli per esaudire gli ultimi desideri del padre archeologo che non vede da anni. Il padre defunto lascia una lettera al figlio che inizierà un viaggio temporale tra le bellezze della città partenopea e del suo Museo. Rivivrà storie provenienti dall’Antico Egitto, dall’epoca borbonica e da Pompei.

Father and Son ha registrato quasi 5 milioni di download in 97 paesi del mondo. Il 43% dei giocatori vive in Cina. Dopo l’iniziale rilascio del videogioco in italiano ed inglese si sono aggiunte le traduzioni in portoghese, francese, russo, cinese e spagnolo. È stato anche deciso di dotare il gioco di una versione in napoletano e a breve ci sarà il lancio di un nuovo capitolo. Questo è forse l’esempio eclatante di quanto possa funzionare l’unione tra arte e videogiochi.

CLIMATE HERO

omino minecraft

Climate Hero è un videogioco nato dalla collaborazione tra M9, Museo del ‘900 di Mestre e M-Children utilizzando la piattaforma videoludica Minecraft Education Edition. In sostanza si tratta di una mappa Minecraft di Venezia scaricabile e giocabile gratuitamente per sensibilizzare soprattutto i più giovani al rispetto dell’ambiente.

I giocatori imparano per esempio a coltivare gli orti urbani, possono multare gli autoveicoli che inquinano e intervenire per ripristinare il corretto utilizzo dei gas di scarico.

Le gondole veneziane invece vengono in aiuto dei pendolari che si spostano dalla terra ferma verso la laguna e viceversa.

In questo caso il videogioco assume una funzione di tipo educativo che si rivolge alle scuole primarie e secondarie. Soprattutto in un periodo come questo, dove non è possibile fare attività didattiche in presenza, si comprende ancora di più l’importanza di avere strumenti alternativi per permette ai propri utenti di partecipare ai progetto del museo anche a distanza.

THE MEDICI GAME: MURDER AT PITTI PALACE

palazzo pitti, sede che ospita the medici game, un gioco che unisce arte e videogiochi

The Medici Game: Murder at Pitti Palace sancisce l’ingresso di Palazzo Pitti nel mondo della gamification. Si tratta del primo videogame in 3D dedicato ad un museo italiano. Permette di visitare virtualmente i luoghi più suggestivi della reggia, riprodotti fedelmente per non perdersi nemmeno un dettaglio dello splendido edificio.

La trama vede come protagonista Caterina, giovane storica dell’arte coinvolta in un misterioso omicidio avvenuto proprio nel Palazzo. Le sue competenze storico-artistiche la aiuteranno a risolvere gli enigmi che racchiudono gli antichi segreti custoditi dal palazzo. Permetteranno di conoscere un po’ di più la nobile famiglia che lo ha abitato.

A LIFE IN MUSIC

ragazzo con cuffie a teatro

A Life in Music del Teatro Regio di Parma è il primo videogioco al mondo pubblicato da un teatro d’opera. Il gioco è stato rilasciato nel 2020 nelle versioni in inglese, spagnolo, portoghese, russo e cinese, superando in breve tempo gli oltre 400 mila download. Considera che in un anno gli spettatori della stagione erano di alcune decine di migliaia.

In questo caso si tratta di un narrative game 2D che racconta l’amicizia tra Antonio e Silvia, due liceali con in comune la passione per la musica.

Durante il gioco i due ragazzi vivranno vicende concrete e situazioni emotive che richiamano delle affinità con quanto ha vissuto in prima persona da Giuseppe Verdi.

L’intento del progetto dichiarato dal Teatro, conoscendo le grandi potenzialità del gaming, era quello di raggiungere più persone possibili, di ogni età, nazionalità e cultura. L’idea era quella di creare un legame emozionale e portando il Teatro Regio, la musica, Giuseppe Verdi più vicini a ciascuno di loro.

Questi sono solo alcuni degli esempi di arte e videogiochi… e tu? Cosa stai aspettando? 

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