Da circa 30 anni Sadesign si occupa di merchandising museale personalizzato con un occhio sempre attento al mondo dei bookshop. Con la nuova sezione del nostro sito Sadesign Your Bookshop Partner abbiamo voluto dare ancora maggiore spazio agli articoli museali.
Ma perché abbiamo iniziato ad occuparci di merchandising museale?
Sadesign si occupa da sempre di gadget personalizzati per corporate e privati. Dalla passione per il nostro territorio è nata una delle nostre primissime collaborazioni con il mondo culturale. Stiamo parlando di quella con Arte Sella, associazione che tuttora promuove percorsi artistici contemporanei immersi nella natura.
Abbiamo realizzato una linea che rispecchiasse i valori che guidano il progetto di Arte Sella, impiegando materiali che richiamassero in special modo la natura.
Partendo da qui abbiamo cominciato a collaborare con altri enti del territorio. Tra questi l’ArcheoParc in Val Senales per il quale abbiamo progettato un packaging originale (leggi l’articolo sui pack qui) e il Parco Adamello Brenta.
Merchandising museale: le prime importanti collaborazioni
La svolta decisiva verso il mondo museale è avvenuta nel 2002. In quell’anno il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ha deciso di realizzare una nuova linea di merchandising.
La linea è stata pensata il bookshop della sede appena inaugurata e progettata da Mario Botta.
Dal 2009 abbiamo cominciato a collaborare con grandi istituzioni fuori regione come il Teatro della Scala di Milano e La Fondazione Musei Civici di Venezia.
Nel 2013 nasce il MUSE, Museo delle Scienze di Trento. Per loro abbiamo realizzato la prima linea di merchandising e gestito per un periodo il bookshop in conto vendita.
Cosa significa per noi il merchandising museale
Probabilmente questo non sembra il momento più opportuno per dedicare una parte del budget che un museo ha a disposizione per realizzare del merchandising. In realtà riflettendoci bene, proprio questo momento potrebbe trasformarsi in un’occasione. É ormai noto che i nostri musei sono ancora troppo legati alle sole entrate derivanti dagli ingressi dei visitatori.
Quindi perché non utilizzare il merchandising come alternativa per differenziare le entrate da cui dipende un museo? Non dimentichiamo inoltre che il merchandising museale può diventare un potentissimo mezzo di comunicazione.
Branding culturale come mezzo di comunicazione
Il logo di un museo se utilizzato come branding culturale può essere un ottimo strumento di promozione anche per un ente artistico. Il brand culturale infatti raccoglie in sé un’associazione di valori positivi molto forti. Esempio di questi l’espressione del genio creativo dell’artista, la bellezza in senso generale, la testimonianza del nostro patrimonio. Anche la riflessione sui grandi temi dell’umanità è parte integrante dell’arte.
L’insieme di questi valori simbolici risulta molto virtuoso e rende i brand culturali particolarmente appetibili per creare associazioni significative con dei prodotti o servizi commerciali. Non a caso ci sono settori non culturali come la gioielleria o i profumi che decidono di operare in attività culturali. La strategia che sta dietro a questa operazione è proprio per fare in modo che il brand originario acquisisca un certo spessore ed esclusività. Ciò è permesso da una serie di associazioni e riferimenti culturali, che sono sempre di tendenza.
Merchandising museale parte del prodotto culturale
Il merchandising museale è parte integrante del prodotto culturale grazie anche al bookshop. Perché?
È piuttosto intuitivo dire che il bookshop è il luogo dove il pubblico museale solitamente, al termine di una visita rivive l’esperienza appena vissuta sotto forma di ciò che trova al suo interno.
Il bookshop come la biglietteria, l’accoglienza, la caffetteria o il ristorante, le visite guidate e l’audioguida sono tutti quei servizi che vanno a completare l’offerta che il museo propone ai propri visitatori.
Il bookshop come esperienza da vivere
La presenza di un bookshop e di conseguenza di merchandising nel museo, soddisfa un’esigenza di tipo esperienziale del visitatore.
Rispetto al passato i bisogni dei frequentatori di mete culturali hanno subito un profondo cambiamento. L’aumento del tempo libero, la crescente volontà di impiegarlo nel miglior modo possibile, la maggiore disponibilità economica e gradi di istruzione più alti, hanno generato nuove forme di utenza dei musei con nuovi bisogni da soddisfare, non più solo quindi di tipo educativo e informativo.
Il pubblico ricerca nell’oggettistica museale un ricordo tangibile della sua visita. Un’istituzione culturale deve essere pronta ad interpretare questo desiderio, per essere più attrattiva e soddisfare oltre che l’esigenza culturale di conoscenza e informazione anche quella esperienziale.
Il bookshop è in grado di creare una relazione diretta tra museo e utente. É un momento di partecipazione attiva per il visitatore che ha la possibilità di interagire con gli oggetti o i libri che si trova di fronte.
Il bookshop diventa quindi un valore aggiunto per il museo, il tassello mancante per completare l’esperienza di un visitatore. Egli infatti può voler ricercare ulteriori documentazioni e approfondimenti sulle opere d’arte appena viste. O magari desidera portare con sé un ricordo e rendere altri partecipi della sua esperienza. O, ancora, può avere l’hobby del collezionismo o la necessità di trovare una conferma a quanto appreso nel corso della visita al museo.
Se volete conoscere meglio la nostra realtà, capire chi siamo e cosa facciamo, visitate la nuova sezione del sito dedicata al mondo dei bookshop. Clicca qui e vai su: Sadesign Your Bookshop Partner.