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Il diritto alla riparazione è un disegno di legge che obbliga le aziende tecnologiche a progettare strumenti tecnologici che siano di facile riparazione anche dall’utente.

Le obbliga anche a predisporli di pezzi di ricambio e istruzioni per la riparazione. Nell’ultimo decennio sono nati in quasi tutto il mondo movimenti impegnati contro il principio dell’obsolescenza programmata.

C’è la necessità di muoversi verso una cultura della riparazione, la strada più sostenibile che ci sia. Quando pensiamo a sostenibilità, la nostra mente va indiscutibilmente verso prodotti green come i cotoni riciclati, materiali organici, i tessuti di fibre. Quello a cui nessuno pensa è che riparare una penna di plastica, è ecologicamente più sostenibile che comprarne una nuova in bamboo.

Parlamento UE diritto alla riparazione

vetrate del parlamento europeo, sede in cui è stato approvato il diritto alla riparazione

Con la risoluzione “Verso un mercato unico più sostenibile per le imprese e i consumatori” del 25 novembre, il Parlamento Europeo ha accolto e sviluppato le indicazioni contenute nel nuovo piano d’azione per l’economia circolare adottato dalla Commissione europea l’11 marzo 2020, finalizzate all’introduzione di modelli innovativi di mercato per un consumo e una produzione con criteri sostenibili.

L’ approvazione della risoluzione ha risposto concretamente a:

  • misure per la scarsità delle risorse naturali e l’aumento dei rifiuti, introducendo modelli sostenibili di produzione e consumo che tengano conto dei limiti del pianeta.
  • alla crisi causata dalla pandemia di Covid-19 che ha dimostrato la necessità di istituire nuovi modelli imprenditoriali più resilienti e di sostenere le imprese europee, in particolare le piccole e medie imprese (Pmi), le microimprese e i lavoratori autonomi.

Il Parlamento ha indicato delle proposte atte allo sviluppo di una strategia basata sulla ricerca che aumenti la durabilità, la riutilizzabilità, le possibilità di miglioramento e la riparabilità dei prodotti.

Questi sono nello specifico i punti che andranno ad articolare la policy:

  1. Diritti dei consumatori e lotta contro l’obsolescenza programmata: attraverso un’etichettatura obbligatoria sulla durata di vita.
  2. Strategia in materia di riparazione. Istituire un “diritto alla riparazione” per i consumatori.
  3. Strategia globale verso un’economia del reimpiego e del riutilizzo: adottando una strategia atta a affrontare ostacoli giuridici alla riparazione, rivendita e riutilizzo.
  4. Una strategia digitale al servizio di un mercato sostenibileNecessità di unificare la transizione verde con la transizione.
  5. Necessaria transizione delle autorità pubbliche ponendogli appalti pubblici al centro del piano di ripresa economica dell’UE.
  6. Marketing e pubblicità responsabili: grazie ad una pubblicità basata su informazioni affidabili per orientare i consumatori verso scelte informate e sostenibili.

Diritto alla riparazione in Italia

schermata di iphone rotta come foto simbolo per il diritto alla riparazione

Ma quali sono ad oggi le regole per il diritto alla riparazione in Italia?

Se hai acquistato un prodotto difettoso hai il diritto di richiedere la riparazione, sostituzione o rimborso del bene entro due anni dall’acquisto.

È inoltre prevista la presenza di informazioni puntuali sulla durata di vita del prodotto, all’interno del libretto delle istruzioni. In Italia, nel caso il prodotto risulti difettoso, il consumatore ha diritto a chiedere la sua riparazione oppure alla sua sostituzione, entro due anni dalla consegna del bene.

Inoltre è previsto che nel manuale di istruzioni del prodotto siano presenti le informazioni precise sulla sua “durata di vita” del prodotto.

Tuttavia, il consumatore non può decidere liberamente se richiedere la riparazione, sostituzione o il rimborso del prodotto. La scelta è obbligata da una scala di priorità:

Il primo step è, ove possibile, la riparazione gratuita del bene. Se questo non è possibile o non è conveniente, il produttore provvederà alla sostituzione del bene. Solo se, anche questa scelta non è percorribile, la legge prevede il diritto al rimborso.

L’obiettivo che dobbiamo porci è fare nostra questa cultura e prendere l’esempio “tecnologico” per traslarlo su qualsiasi bene o servizio. Dobbiamo imparare ad avere pazienza, dobbiamo reimparare la cura delle cose, e lottare contro uno stile di vita usa e getta.

La nostra lotta per il diritto alla riparazione in tutti i settori

sarta di spalle con macchina da cucire come esempio di riparazione

Sadesign da sempre si impegna cercando di adottare pratiche il più possibile sostenibili. Capiamo che, occupandoci di merchandising, questa affermazione possa essere difficile da attuare nella pratica e che nell’immaginario comune i gadget non siano la cosa più sostenibile che esista.

In realtà ci sono più modi per cercare di recare quanti meno danni possibili al pianeta. E non parliamo solo di consigliarvi e promuovere articoli ecosostenibili. La cosa più sostenibile che ci sia infatti è lottare contro lo spreco. Come? Chiedendo ai nostri clienti di aiutarci in questa battaglia verso una cultura della riparazione…e pare che, piano piano, ce la stiamo facendo!

Il buon esempio di Colpharma

pulizia delle sbavature di stampa

Qualche mese fa ci è stato chiesto di produrre per Jbimbi, il brand dedicato alla prima infanzia di Colpharma, delle sacche in cotone personalizzate in serigrafia. Una volta stampate, il nostro controllo qualità ha trovato delle imperfezioni.

A livello tecnico si tratta di macchie di riflesso dovute al fatto che la trama molto leggera della sacca ha fatto sì che l’inchiostro, durante la fase di stesura, sia trapassato. Convinti sostenitori del riuso, della riparazione e del riciclo, con un solvente adatto, siamo riusciti a pulire e recuperare le sacche che avremmo altrimenti dovuto buttare. Colpharma è stata contenta e ci ha ringraziato dicendo che anche loro sono stati felicissimi di quest'”opera di recupero“.

Quest’esempio per spiegarvi concretamente il nostro impegno in questa causa e comunicare ai nostri clienti (anche con quest’articolo), che non tutto quello che è apparentemente difettoso o danneggiato è per forza da buttare.

La nostra policy è dire loro che se dovessero trovare qualche difetto, nonostante il nostro controllo qualità, di avvisarci subito ma soprattutto di non buttare la merce danneggiata perché in moltissimi casi possiamo ripararli!

Abbiamo ottime sarte che riescono a ricucire strappi, sostituire parti… abbiamo dei detergenti adatti a pulire sbavature di stampa… ma soprattutto abbiamo voglia di lottare assieme ai nostri clienti per il diritto alla riparazione!

Vuoi conoscere altri modi di essere sostenibile? Leggi anche:

Questa invece è la pagina dedicata all’impegno per la sostenibilità di Sadesign.

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