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Oggi parliamo di responsabilità sociale d’impresa, il senso di responsabilità che un’azienda deve avere nei confronti dell’ambiente che la circonda.

Grazie all’enorme disponibilità di qualsiasi notizia a portata di click, le persone sono sempre più informate, attente e consapevoli. E questo, impatta anche il mondo delle aziende. Le persone infatti grazie a questa facilità nel reperire le informazioni si creano un’opinione, spesso critica, sulle realtà aziendali.

Parliamo di realtà perché quello che viene valutato non è solo il prodotto con le sue qualità o prezzi, ma tutto il contesto aziendale con i suoi valori, mission e principi. È in questo contesto che si inserisce la responsabilità sociale d’impresa (RSI).

Emergenza sanitaria e Corporate Social Responsibility

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La responsabilità sociale delle imprese o Corporate Social Responsibility (CSR) per dirla all’inglese, ha acquisito talmente tanta importanza da non essere più una scelta, ma una vera e propria priorità nelle strategie aziendali. E a maggior ragione oggi.

Infatti, l’emergenza sanitaria sta evidenziando la necessità di un cambiamento radicale nel comportamento aziendale e sociale. Lo sappiamo grazie a uno studio pubblicato dal World Economic Forum.

Come si legge nello studio, il 72% degli intervistati è convinto che una volta usciti dalla pandemia, ci sarà un cambiamento radicale nel comportamento delle persone a favore di abitudini e stili di vita più socialmente responsabili e sostenibili.

Ma scendiamo nello specifico. Cosa vuol dire esattamente Responsabilità Sociale d’Impresa?

Corporate Social Responsibility o Responsabilità Sociale d’Impresa? Nascita e sinonimi

dizionario aperto che mima la definizione di responsabilità sociale d'impresa

Con lo scorrere del tempo, la definizione di responsabilità sociale d’impresa e gli ambiti su cui impatta, sono cambiati diverse volte.

Il primo a darne una definizione è stato nel 1984 Edward Freeman, filosofo e professore statunitense, che l’ha definita come “l’integrazione di preoccupazioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa”.

Pochi anni dopo, nel 1991, Carrol è stato il primo ad inserire la responsabilità sociale d’impresa in una teoria di management. L’ha fatto attraverso “la piramide della Corporate Social Responsibility». Ma com’è strutturata?

Alla base della piramide ha inserito la responsabilità economica che riguarda il profitto e la gestione aziendale. In cima invece la responsabilità filantropica, ossia la responsabilità aziendale nei confronti della società che va oltre le questioni commerciali, economiche e d’impresa.

Carrol specifica che la responsabilità sociale coinvolge vari stakeholder e varie tematiche ambientali ed etico-sociali: dall’ ambiente lavorativo, all’etica e sostenibilità, fino alle parità di genere e alla gender diversity.

Ma le definizioni non finiscono qui. Nel 2011, anche la Comunità Europea si è espressa dandone una sua definizione sintetica ed esaudiente. Secondo la comunità europea infatti, la RSI è: “la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società”.

Responsabilità sociale d’impresa e social washing

Lego come esempio di best practice nella corporate social responsibility

Ti avevamo parlato qualche articolo fa della differenza tra green marketing e green washing. Ecco, la stessa differenza che c’è tra quei due termini, è presente anche quando parliamo di responsabilità sociale d’impresa.

Chi comunica iniziative di responsabilità d’impresa all’interno dell’azienda, deve infatti stare attento a non incappare nel social washing, quel fenomeno che promuove una responsabilità sociale solo di facciata o per convenienza.

Tra i colossi imprenditoriali ci sono alcune aziende che vale la pena di citare quando parliamo di responsabilità d’impresa.

È il caso ad esempio di Lego, che ha dichiarato che entro il 2030 produrrà tutti i suoi prodotti in bioplastica. Oltre all’ambiente, Lego è in questa classifica perché si è occupato anche di educazione infantile e di innovazione sostenibile.

Altra impresa socialmente responsabile che rientra nella classifica è Mastercard. Durante il conflitto siriano ha infatti regalato delle carte prepagate alla popolazione, per l’acquisto di generi di prima necessità.

Ancora 3M, l’ azienda famosa soprattutto per i suoi post-it, ha dato l’opportunità ai suoi dipendenti di lavorare per un periodo di tempo per delle onlus nei paesi in via di sviluppo, con il fine di dare un aiuto concreto.

La vera responsabilità nasce dai più piccoli

generazione z che manifesta per la sostenibilità come esempio di gesto di responsabilità sociale d'impresa

Queste che abbiamo appena visto, sono solo alcune delle tante aziende che si occupano di responsabilità sociale d’impresa e che danno il buon esempio per responsabilizzarsi.

Quelli da cui abbiamo però veramente da imparare, sono i bambini e i teenagers. Infatti, chi fa più attenzione a questo fenomeno è la cosiddetta “generazione z”, ossia ragazzi nati tra il 1995 e il 2010.

Secondo uno studio promosso dall’osservatorio Pwc, basato su un campione di quasi 2500 intervistati, sembra che siano proprio i più giovani ad essere disposti a pagare un prezzo più alto per un prodotto che rispetti caratteristiche ecosostenibili a 360 gradi.

Nello specifico il 22% di loro ha dichiarato che spenderebbe il 5% in più e il 17% arriverebbe addirittura ad aumentare la spesa del 10%.

La responsabilità sociale d’impresa nel nostro piccolo

infografica sulla responsabilità sociale d'impresa

Per evitare di aderire a progetti di responsabilità sociale non davvero efficaci o di facciata, come nel caso del social washing, ci sono innumerevoli programmi o enti certificati che possono darti una mano nel costruire la tua responsabilità sociale d’impresa.

Noi, ad esempio, abbiamo aderito ad un progetto che si chiama: “L’economia del bene comune”, un movimento internazionale nato per promuovere un modello economico nuovo, fondato appunto sulla massimizzazione del Bene Comune.

Nel 2019 siamo stati seguiti per 5 mesi da uno dei responsabili che, affiancandoci nel lavoro di tutti giorni, ci dava un punteggio da 1 a 5  per valutarle la sostenibilità delle nostre azioni. A fine percorso ci ha consegnato il documento di bilancio per valutare l’impatto sull’ambiente sociale e naturale.

Di iniziative come questa ce ne sono tante. L’ingrediente fondamentale che non deve mancare mai nelle aziende, è il senso di responsabilità che viene da dentro di noi.

Crediamo che la responsabilità sociale sia quasi un sentimento e che, in quanto tale, vada coltivata e condivisa, anche e soprattutto con i propri dipendenti, per alimentarla e farla crescere.

La cosa importante è che ognuno di noi aggiunga un pezzettino del proprio senso di responsabilità all’obiettivo comune, così da sentirlo nostro e perseguirlo con naturalezza e autenticità, e non “per far parlare bene di me”.

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