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Quando si parla di Apple non si può non nominare il suo fondatore: il visionario Steve Jobs, che ha fondato una delle aziende più famose al mondo nel “lontano”(nel mondo informatico si parla quasi di preistoria) 1976. Oggi la “mela morsicata” vale più di 652 miliardi di dollari e il suo valore sembra non diminuire, anzi continua ad aumentare esponenzialmente.

Ma come è nato il logo nel quale tanti di noi si identificano e scelgono?

Forse non tutti sapete che il primo logo della Apple non era una mela, ma un disegno molto diverso. Il concetto era un elaborato disegno in bianco e nero (disegnato da Ronald Wayne nel 1976), molto simile alle etichette americane, che rappresentava Newton seduto sotto un albero intento nella lettura circondato dalla scritta “Apple computer & co. – Newton: una mente che solca i difficili mari del pensiero”

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Logo Apple disegnato da Ronald Wayne, 1976

Che sia un caso che proprio una mela cadesse in testa a Newton invece di una pera o di una pesca, ve lo lascio stabilire a voi lettori, precisando solamente che nei miti dell’Occidente un’altra mela ha profondi significati semantici, ed è quella del Paradiso terrestre.

Qui la mela è frutto del peccato, frutto del desiderio, e ancora una volta è simbolo di rivoluzione, ma in questo caso ha connotazioni negative, e per i cattolici è una involuzione. Diverso l’atteggiamento di laici e scienziati che vedono nella storia di Adamo ed Eva l’affermazione del metodo scientifico empirico sul dogma della Religione. Possiamo comunque dire che nel caso del Paradiso la mela ha il significato di libertà, di non conformismo, di individualità, di disobbedienza e quindi di di rottura con la tradizione.

Dal punto di vista semiotico la mela in questo contesto diventa essa stessa simbolo di innovazione, rivoluzione (scientifica), lampo creativo.

Tralasciando il valore artistico che il logo poteva avere, a livello tecnico dimostrò essere un completo fallimento: la mela non si vedeva ed era impossibile da gestire a livello tecnico perché troppo dettagliato ed impossibile da rimpicciolire. Non a caso, solo un anno dopo Steve Jobs decise di affidarsi a Rob Janoff, uno dei più famosi graphic designer di quel periodo responsabile anche della progettazione di loghi come IBM e Intel, commissionandogli qualcosa di più iconico, semplice e riconoscibile.

Disegnò il logo che tutti noi conosciamo, la mela con il morso prestandosi in questo modo anche ad un gioco di parole amatissimo nel mondo nerd: infatti morso in inglese si dice “bite” che si pronuncia allo stesso modo di byte, l’unità di misura delle capacità di memoria del pc.

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Logo arcobaleno Apple disegnato da Rob Janoff

Ma perché quelle strisce arcobaleno? La storia racconta che questa sia stata una scelta di Jobs perché voleva un logo vicino alla gente, un’azienda “umana”, in grado di capire e risolvere i bisogni delle persone.

Il logo a strisce colorate di Apple è stato usato per 22 anni prima di essere sostituito con la medesima mela in versione monocromatica. La scelta fu fatta perché il logo così colorato stonava con i nuovi prodotti che volevano invece essere più eleganti e ricercati. In questo modo il logo permette ad Apple di godere di una maggiore flessibilità nell’apporre il logo ai suoi prodotti.

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Alcuni dei prodotti Apple

Diverse sono invece le teorie sul perché Jobs abbia optato proprio per la mela. Alcuni dicono che lo scelse solo perché era il suo frutto preferito mentre altri dicono che lo fece per omaggiare la casa discografica dei Beatles la “Apple Records”, altri per Alan Turing, uno dei pionieri dell’informatica che si è suicidato in seguito al morso ad una mela avvelenata con del cianuro. La storia più recente invece dice che le proporzioni della mela rimandano alla sequenza di Fibonacci, ma sono state tratte anche molte altre conclusioni nessuna delle quali è mai stata dichiarata vera dallo stesso Steve.

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La sequenza di Fibonacci nel logo Apple


Ma l’importanza per ogni azienda è sapersi continuamente rinnovare ed adeguare ai cambiamenti del mercato. Non avere paura del cambiamento, della novità, dell’investimento in nuove risorse. Ecco ad esempio come si è evoluto il marchio Apple in questi anni: 

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